Artificial Intelligence in Cerebral Palsy

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Quando la Paralisi Cerebrale diventa un'opportunità: intervista al nostro collega Giovanni Arras (Italian/English)

When Cerebral Palsy becomes an opportunity: interview with our colleague Giovanni Arras. For English version, see below

Giovanni Arras ha 29 anni ed è attualmente studente PhD in “Artificial Intelligence for Society” all’Università di Pisa.  

Laureato in filosofia all’Università di Pisa, con il titolo magistrale conseguito all’Università di Sassari, è originario di Tempio di Pausania, in Sardegna, dove vive stabilmente. È stato docente di storia e filosofia per alcuni anni – apprezzato da colleghi e studenti per l’impegno, la simpatia e l’allegria - prima di decidere di prendersi una pausa, per fare il ricercatore.  

Nell’ambito del programma di dottorato, Giovanni collabora col progetto AINCP per portare le proprie competenze multidisciplinari e anche la propria personale esperienza con la Paralisi Cerebrale. 

Giovanni, quando e come è nata la tua passione per la tecnologia?  

Dal mondo dei videogames, a cui mi sono rivolto quando il corpo mi limitava dal giocare fisicamente con gli altri. Mi divertiva vivere storie diverse nella realtà virtuale e da qui è nata la mia passione per la tecnologia: dalla gestione dell’hardware e software del mio pc, al passare intere giornate a smontare e rimontare i componenti. La curiosità di capire il pensiero umano, dei miei studi iniziali in filosofia, si è riflessa nella volontà di capire la tecnologia, che ormai è parte della nostra vita.  

Ci puoi dire qualcosa sul tuo percorso? 

È stato un percorso complesso, non privo di incertezze. Convivo con la Paralisi Cerebrale da quando sono nato e sono cresciuto tra ospedali, visite mediche, interventi chirurgici, tossina botulinica, fisioterapia, riabilitazione, ma anche nuoto, palestra, sport e tanto altro. A volte ho seguito procedure lunghe e tortuose, che non sempre hanno portato i risultati sperati.  

Ho potuto interfacciarmi con molte situazioni diverse, negli ospedali si tocca con mano la vera umanità, dove ognuno porta con sé sogni e speranze, cercando ogni giorno la giusta via da seguire.  

Per me la Paralisi Cerebrale è stato un cercare di capire il corpo in relazione con quello che è il mondo fuori, capendo i propri limiti e le funzioni di esso. Sono state tutte queste esperienze interne ed esterne che mi hanno portato a seguire un percorso accademico filosofico, dove lo studio non poteva essere limitato e dove le parole di mia madre Martina e mio padre Massimiliano risuonano tutt’ora forti e chiare: “Non sono le gambe a portarti lontano, ma la testa.” 

Poi, la tecnologia è stato un supporto nella ricerca di autonomia, e credo che possa portare risultati utili all’intera comunità, non solo al singolo.  

Che cosa significa per te lavorare con il progetto europeo AINCP? 

Per me significa unire l’esperienza personale alle passioni, come la filosofia e la tecnologia, per migliorare la vita di chi affronta il mio stesso percorso. Ho incontrato la Fondazione FightTheStroke già dopo molti anni di “lavoro sul campo”, se così possiamo definirlo: avevo letto del progetto AINCP e li ho contattati a inizio 2022. Già dopo un primo incontro online, ho capito che eravamo sulla stessa lunghezza d’onda. 

Il progetto AINCP mi è sembrato sin da subito riflettere quello che ho sempre pensato: nell’aiutare le persone con disabilità e le loro famiglie, non vi è un’unica via per crescere e ogni bambino ha diritto a creare la propria strada. 

Grazie Giovanni, siamo contenti di averti nella nostra squadra! 

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English translation

When Cerebral Palsy becomes an opportunity: interview with our colleague Giovanni 

Giovanni Arras is 29 years old and is currently a PhD student in “Artificial Intelligence for Society” at the University of Pisa. 

Graduated in philosophy at the University of Pisa, with a "Laurea magistrale” degree from the University of Sassari, he is originally from Tempio di Pausania, Sardinia, where he lives permanently. He was a professor of history and philosophy for a few years - appreciated by colleagues and students for his commitment, friendliness and cheerfulness - before deciding to take a break and become a researcher. 

As part of the doctoral program, Giovanni joined the AINCP team to bring his multidisciplinary skills and also his personal experience with Cerebral Palsy. 

Giovanni, when and how did your passion for technology begin? 

From the world of videogames, which I turned to when my body limited me from physically playing with others. I enjoyed living different stories in virtual reality and from there started my passion for technology : from managing the hardware and software of my PC, to spending entire days dismantling and reassembling components. The curiosity to understand human thought, from my initial studies in philosophy, was reflected in the desire to understand technology, which is now part of our lives. 

Can you tell us something about your journey? 

It has been a complex journey, not without uncertainties. I have lived with Cerebral Palsy since I was born and I grew up between hospitals, medical visits, surgical operations, botulinum toxin, physiotherapy, rehabilitation, but also swimming, gym, sports and much more. Sometimes I have followed long and tortuous procedures, which have not always brought the desired results. 

I have been able to interface with many different situations, in hospitals you can touch true humanity, where everyone brings with them dreams and hopes, looking every day for the right path to follow. 

For me, Cerebral Palsy was an attempt to understand the body in relation to the outside world, understanding its limits and its functions. It was all these internal and external experiences that led me to follow a philosophical academic path, where study could not be limited and where the words of my mother Martina and my father Massimiliano still resonate loud and clear: "It is not the legs that take you far, but the head." 

Then, technology was a support in the search for autonomy, and I believe it can bring useful results to the entire community, not just to the individual. 

What does working with the European AINCP project mean to you? 

For me, it means combining personal experience with passions, such as philosophy and technology, to improve the lives of those travelling on the same paths as mine. I met FightTheStroke Foundation after many years of “field work”, let’s say, I had read about the AINCP project and contacted them at the beginning of 2022. After the first online meeting, I understood that we were on the same wavelength. 

The AINCP project immediately seemed to reflect what I have always thought: when helping people with disabilities and their families, there is no single way to grow and every child has the right to create his/her own path. 

Thank you Giovanni, we are happy to have you in our team!